Il trattamento
A chi si rivolge?
La dieta chetogenica è stata studiata in ambito scientifico primariamente per il trattamento dell’epilessia farmaco resistente e delle malattie metaboliche in particolare legate al deficit del trasportatore cellulare del glucosio (GLUT1) e nel deficit dell’enzima Piruvato deidrogenasi (PDH). Per le nuove e comprovate testimonianze di sicurezza, tollerabilità ed efficacia, la dieta chetogenica è oggetto di studio anche per il trattamento della cefalea, del glioblastoma, trauma encefalico, sindrome del rene policistico autosomico dominante (ADPKD) e in alcune patologie neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la sindrome di Angelman (AS), le miopatie mitocondriali, la malattia di Alzheimer e quella di Parkinson. Regimi nutrizionali chetogenici e fortemente ipocalorici sono invece utilizzati nel trattamento dell’obesità. E’ stato osservato che una riduzione dell’apporto di zucchero in favore di un aumento dei grassi, soprattutto di origine vegetale, migliora talvolta le capacità di attenzione e concentrazione, come sperimentato nella Silicon valley. Non ultimo è un regime nutrizionale studiato in alcune discipline sportive.
La piramide chetogenica
La piramide chetogenica rovescia completamente i principi e le indicazioni della piramide alimentare mediterranea. Gli alimenti grassi come i vari tipi di oli, burro, panna, frutta secca oleosa, formaggi, sono la base della piramide. Questi coprono dal 65 al 90% delle Kcal fornite; le proteine sono adeguate ai fabbisogni o aumentate a seconda del regime dietetico intrapreso, mentre gli zuccheri, anche chiamati glucidi o carboidrati sono fortemente ristretti a pochi, personalizzati grammi.